lunedì 17 marzo 2014

LA VITA LASCIA I LIVIDI

Sono sparita per più di un mese.
Scusate.
Ho cambiato di molto la mia vita quotidiana, i ritmi si sono sconvolti, non ho più il tempo libero che avevo prima.
Io lavoro come consulente fiscale e fino a fine febbraio il mio studio era comodamente situato nella stessa palazzina in cui vivo, allo stesso piano, porta di fronte a quella dell'appartamento in cui vivo.
Quando avevo fatto questa scelta venivo da 12 anni di "pendolarismo" Chivasso - Milano e non mi era sembrato vero di essere così fortunata da poter lavorare praticamente da casa.
Passati 7 anni ho tirato i conti, fatto un bilancino della situazione e, dopo aver avuto una tempestiva offerta di collaborazione e condivisione studio, ho deciso che era ora di cambiare.
Martina è grande e si professa indipendente, è in grado di cucinare ed è felice di passare i pomeriggi da sola in casa.
Io sono obbligata a continuare a lavorare per almeno altri 20 anni prima di considerare l'idea della pensione (sempre che, nel frattempo, una Fornero 2 non sconvolga il sistema).
Ho ancora un traguardo da raggiungere: l'esame di Stato per l'abilitazione alla professione e la conseguente iscrizione all'Albo.
Quindi l'offerta fatta da un professionista mi è parsa interessante e ho deciso di accettarla.
Ora "pendolo" di nuovo, ma solo fino a Torino, prendo la metropolitana tutti i giorni (è bellissima!!!!) e vedo un sacco di facce nuove.
Sono uscita dal guscio di una situazione comoda ma "stantia", e ne sono contenta.
Certo, come dicevo, il tempo libero è notevolmente diminuito, quindi poco knitting e poco blogging.
Ma ho fatto "cose" che riuscirò a mostrarvi.

Il titolo del post però non è riferito a questi cambiamenti, che ripeto per me sono positivi, ma ad un grave lutto che ha colpito la nostra famiglia.
Il padre di mio marito, mio suocero, nonno di Martina, ci ha lasciati sabato mattina 8 marzo, dopo un breve ma repentino declino delle condizioni fisiche.
Avrebbe compiuto 88 anni a luglio e, sebbene ci aspettassimo l'inevitabile, questo è uno di quei lividi della vita che non se ne andranno troppo presto.
Lo conoscevo ormai da quasi 30 anni. 
Lui e la moglie nonna Jolanda, mi hanno accolto nella loro famiglia che ero una ragazzina di 18 anni. 
Mi ha vista crescere.
L'ho sentito tante volte raccontare della sua vita in Africa, dove arrivò bambino, conobbe la moglie e dove nacquero tutti e tre i suoi figli.
Rimpiangeva quel mondo e quei giorni, seppur di grande fatica.
Non gli piaceva Torino, né  l'Italia in generale, né il clima della regione in cui viveva e dove, comunque, era nato.
Mi piace pensare che oggi sia tornato lassù, in quella splendida città sull'altipiano, Asmara, che credo amasse molto.

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