Come quasi tutte le knitters, anche io ho cominciato con la nonna, Giovanna nel mio caso. All'inizio piccoli lavoretti, quadrati con lana di recupero. Non ricordo di aver mai visto mia nonna comprare filati nuovi, ogni tanto, dal suo baule, compariva qualche matassa mai vista prima. Nonna metteva su i punti ed io lavoravo. Ricordo coperte coloratissime, l'ultima delle quali, fatta quando ancora la mente glielo consentiva, la conservo gelosamente come un prezioso ricordo.
Poi da sola, seguendo le istruzioni prese da vecchi libri o riviste, ho cominciato a regalarmi maglioncini colorati. Ne ricordo uno giallino, pieno di trecce, un altro fucsia, uno verde brillante a punto smock, forse il più bello, e uno bianco con uno strano collo che avevo visto in una vetrina. Tutti in mohair. Peccato non averne conservato delle immagini. Non c'erano le macchinette digitali, fare foto costava, bisognava svilupparle!!
A scuola, all'istituto turistico, classe prevalentemente femminile, non eravamo in tante a conoscere i segreti della maglia. E non eravamo molto disposte a confessarlo, temendo di sembrare sfigate! In fondo erano gli anni '80, a Milano, tempo di paninari.
Dopo il matrimonio e il trasferimento in Piemonte, ho continuato a lavorare a Milano, 4 ore al giorno di treno, tutti i giorni. Sul treno ho fatto di tutto: maglia, uncinetto, ricamo a punto croce, tra gli sguardi straniti degli altri pendolari.
I lavori più belli sono venuti con la gravidanza; quanti maglioncini, scarpette, guantini e berrettini ho sferruzzato per la mia Martina!!!
La domenica in cui ho avuto le prime doglie stavo appunto terminando uno dei miei lavori e ai primi dolori il pensiero è stato di lavorare più in fretta, così da avere il coprifasce pronto alla nascita.
Poi, tra alti e bassi, il tempo è passato, troppo velocemente.
Ho avuto anche un periodo di maglia a macchina, una Brother finezza 5 doppia frontura, con schede per punti traforati. Ho imparato ad usarla da una magliaia professionista presso la quale ho lavorato dopo aver lasciato il lavoro a Milano e prima di trovarne uno quì.
Ho regalato molti dei lavori fatti, altri li conservo e prima o poi ne caricherò le foto.
Poi, nel 2005, la pazzia: mi sono iscritta all'università e, tra lo studio, il lavoro, la casa, il marito e la figlia, il lavoro a maglia, insieme alla lettura, hanno subito un drastico taglio e per circa 5 anni non ho fatto altro che studiare. Ora è quasi finita, manca solo un esame e la tesi è pronta. Così mi sono detta che era ora di riprendermi la mia vita; ho ripreso in mano i ferri e ho cominciato con un lavoretto semplice semplice, per vedere se ne ero ancora capace.....e lo sono. Adesso ho in mente un sacco di progetti e sto cercando di coinvolgere anche Martina, che ha già 13 anni e non ama molto la lana, dice che punge!!! Però ha gradito la sciarpetta di un mohair grigio e morbidoso che lei stessa ha scelto. Mi ha chiesto anche un basco e dei guanti senza dita.....mi sa che mi tocca proprio accontentarla.