sabato 21 giugno 2014

MISSIONE LONDRA

E' passato un anno e siamo di nuovo alle prese con le valigie.
E' passato un anno e di nuovo, domattina, la saluterò all'aeroporto di Malpensa.
Lo scorso anno ha fatto in tempo a veder nascere il Royal Baby e quest'anno festeggerà il suo primo compleanno.
Quest'anno non ci saranno controlli ne' tutor ad assisterla; sarà in completa autonomia ed io sarò, se possibile, ancora più in ansia.
I bagagli sono pronti.
Lei anche.
Io non lo sarò mai.






lunedì 16 giugno 2014

PAUSA FRESCA

Il caldo torrido di cui parlavo nel post precedente ha mollato.
Il week end si è rivelato fresco e piovoso, anche se per fortuna da noi non ci sono state quelle manifestazioni temporalesche e le trombe d'aria preventivate nei giorni scorsi.

La frescura di sabato mi ha dato la possibilità di cominciare un nuovo progetto.
Ho disfatto l' Orange county dello scorso anno. Nonostante mi piacesse molto, indossandolo ho notato che la scollatura era troppo profonda e ampia, e non mi permetteva una buona vestibilità.
Così ho deciso per un modello che era da un po' di tempo nella mia queue di Ravelry, in attesa di lavorazione, il Something silver.
Vedremo come uscirà dalle mie mani!!

venerdì 13 giugno 2014

ESTATE


E' arrivato il caldo, improvviso ma previsto, torrido e afoso.
L'aria è pesante e umida e ti si appiccica addosso.
Dopo una giornata su e giù dalle scale della metropolitana e dei treni, in mezzo all'olezzo di chi non conosce l'uso del deodorante, a casa, dopo cena, mi spalmo sul divano e boccheggio davanti alla TV.
Non riesco a lavorare a maglia, nemmeno il cotone.

Ma prima che questa pigrizia estiva mi invadesse sono riuscita a finire ben due progetti per l'estate,  il Rachele da uno dei bellissimi modelli di Emma Fassio, pensato in mohair ma da me lavorato con un cotone beige acquistato l'anno scorso in una delle ultime scorribande allo spaccio Grignasco.
Era un filato senza etichetta, l'ho identificato come un fingering; non mi è piaciuto molto lavorarlo perché l'ho trovato rigido, ma alla fine, una volta lavato, l'effetto indossato non è male.

Il secondo progetto nasce per riutilizzare dieci gomitoli di Eden solid della Madil Yarn, bamboo al 100% che ho recuperato dopo aver disfato lo Shift of focus. Non era il progetto giusto per il bamboo, addosso cadeva lungo come un cappotto.
Mi hanno fatto notare che un simile filato ha bisogno di una struttura diversa, non top down, ma con qualche cucitura che lo sostenga.
Ma io ooooodio cucire!!
E così ho scelto un progetto con un'unica cucitura nei sotto-manica; per il corpo ho ripreso le maglie e lavorato in tondo.
Ecco il  Green apple Avery.
Un paio sono le modifiche rispetto al modello originale: il  modo in cui ho ripreso le maglie per il corpo mentre il progetto prevedeva di lavorare due rettangoli separati da unire; il polsino al quale ho dato una forma "a sbuffo" perché non mi piaceva troppo ampio e un giro di picot all'uncinetto intorno allo scollo, per rifinitura.


Il colore mi pareva un po' forte, ma poi mi è capitato di vedere la vetrina di un negozio di marca, non ricordo quale, nella quale proprio questo verde la faceva da padrone. Quindi, tutto sommato, si può indossare.

domenica 8 giugno 2014

CE LA POSSO FARE!!!

Ce la faccio.Sì ce la posso fare.
A sopportare il tempo che passa, che oggi è un anno in più e non mi sembra vero. 
Che mi sento ancora adolescente con i brufoli e invece .....
Che per sentirmi ancora giovane taglio i capelli sempre più corti, ed entro da Sephora a farmi truccare, e compro abiti da HM con mia figlia, circondata da adolescenti in tenuta da spiaggia.
E ce la posso fare a vedere Martina salire in macchina al posto di guida, ingranare la marcia e partire verso nuove avventure. 
Che adesso, da due giorni, ha la patente in tasca, che è pure brutta, sembra la tessera del supermercato, meglio la mia, di stoffa, piegata in tre e con la foto a colori. 
Ma per lei vale come lasciapassare per il mondo, e a me sembra solo ieri che la legavo nel seggiolino, sul sedile dietro, e oggi e' lei che lega me al posto passeggero!
Ce  la posso fare! Ce la devo fare. 
A non pensare ai giorni lasciati dietro le spalle e a non programmare troppo il futuro, che poi i miei programmi, le mie liste di cose da fare e da vedere rimangono lì, sopraffatte dagli impegni di tutti i giorni.
Ce la faccio!
E comincio da ora; ho il polipo da pulire, le cozze da cuocere, la torta da ritirare, le candeline da spegnere, e un pomeriggio in moto col marito.
E domani di nuovo lavoro.

E un altro anno da vivere.